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Gli Angeli di Giotto

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Gli Angeli di Giotto

di Eliana Corbari

La settimana scorsa abbiamo riflettuto sugli angeli senza ali. Gli angeli di oggi, solo in apparenza meno provocatori, adornano una cappella di famiglia nella città di Padova. Qui, nel 1300, il ricco banchiere Enrico Scrovegni fece costruire una cappella dedicata a Maria Vergine per l’anima di suo padre Reginaldo; lo stesso Reginaldo che ritroviamo fra gli usurai nell’inferno di Dante (Inferno, Canto XVII). Enrico Scrovegni diede a Giotto, un artista fiorentino, l’incarico di decorare la cappella di famiglia.

Secondo noi, gli affreschi di Giotto nella cappella Scrovegni di Padova sono persino più belli e ricchi di simbologia degli altri suoi affreschi presenti nella Basilica di San Francesco, ad Assisi.

Dantemag porta in evidenza questi anche perché sono probabilmente meno conosciuti degli affreschi di Assisi. Provate quindi ad immaginare di entrare nella cappella Scrovegni, ed immergervi in una esuberante festa di estetica, teologia e storia… il soffitto e le pareti sono completamente ricoperti da affreschi di Giotto. Il soffitto dipinto di blu è costellato da personaggi biblici; scene dell’Annunciazione rivestono l’arco centrale sopra l’altare; lungo le pareti sono dipinti pannelli raffiguranti momenti di vita della Madonna e della vita di Gesù Cristo; al livello più basso, visibili senza alzare gli occhi, le virtù e i vizi si contrappongono. Un grande affresco del giudizio universale sovrasta l’uscita. Gli eventi dipinti nei pannelli sono collegati fra loro secondo una prospettiva diacronica, basata su uno sviluppo lineare del tempo che rispecchia un modello di scrittura che va da sinistra a destra e dall’alto al basso. Le scene cristologiche dei due registri centrali sono collegate anche dal punto di vista sincronico, così che i pannelli che narrano la Passione di Cristo illuminano quelli che narrano la sua vita, e viceversa. Oggi, mettiamo a fuoco gli angeli dipinti da Giotto soprattutto nel secondo registro partendo dall’alto, ovvero ci concentriamo sugli angeli che rivelano la nascita e l’infanzia di Cristo.

Iniziamo con un’immagine dall’Annunciazione prevista sin dall’inizio dei tempi; trovandosi in posizione centrale sopra l’altare, questa è la prima visione per chi entra. nella cappella.

 L’angelo Gabriele viene mandato da Dio a Maria, Giotto1306. Cappella Scrovegni, Padova.

L’angelo Gabriele viene mandato da Dio a Maria, Giotto1306. Cappella Scrovegni, Padova.

Dopo l’annuncio della futura nascita di Gesù da parte dell’ angelo Gabriele a Maria Vergine, un altro angelo apparve a San Giuseppe per invitarlo a non abbandonare Maria, sua promessa sposa, anche se il figlio che Maria portava in grembo non era il suo. Quando la misteriosa nascita di questo figlio avvenne lontano da casa, in un luogo povero e precario, gli angeli apparvero ai pastori per annunciare loro il lieto evento (Luca 2:1-20).

La nascita di Gesù (dettaglio di angelo che annuncia ai pastori), Giotto,1304-06. Cappella Scrovegni

La nascita di Gesù (dettaglio di angelo che annuncia ai pastori), Giotto,1304-06. Cappella Scrovegni

 

Angeli volteggianti sono visibili anche sopra il luogo della nascita, mentre si rallegrano del lieto evento cantando musiche di gioia e ringraziamento (Luca 2: 13-14).

 La nascita di Gesù (dettaglio),Giotto 1304-06. Cappella Scrovegni

La nascita di Gesù (dettaglio),Giotto 1304-06. Cappella Scrovegni

 

Questi angeli spuntano come dalle nuvole, con le ali ma senza gambe. Cantano e annunciano la buona notizia solo ai pastori del posto. I tre Re Magi arrivarono dall’oriente seguendo una stella e quindi non ebbero bisogno di essere guidati da visioni angeliche, se non dopo aver incontrato Re Erode, il quale dopo averli ascoltati, temendo per il suo trono, ordinò l’uccisione di tutti i bambini maschi sotto i due anni. Gli angeli apparvero solo successivamente ai Re Magi per invitarli a non passare da Re Erode sulla strada del ritorno (Matteo 2:1-12, 16-18).

L’angelo qui sotto è stato dipinto da Giotto mentre porta uno dei doni offerti dai Re Magi al bambin Gesù. L’espressione dell’angelo è alquanto triste, forse un presagio dell’imminente morte violenta di tanti bambini, o forse anche della morte di Gesù in croce.

 Epifania (dettaglio), Giotto1304-06. Cappella Scrovegni.

Epifania (dettaglio), Giotto1304-06. Cappella Scrovegni.

Un altro angelo sorvola la scena della presentazione di Gesù al tempio. Questa festa liturgica cade il 2 febbraio ed è conosciuta anche come la festa della Candelora o della Purificazione della Madonna. Questa occasione, riportata nella Bibbia, è legata ad una tradizione ebraica per la quale era richiesto ad ogni donna che avesse partorito un figlio maschio, di presentarsi al tempio 40 giorni dopo la nascita (Luca 2:22-38; Levitico 12:1-4).

Presentazione al tempio, Giotto1304-06. Cappella Scrovegni

Presentazione al tempio, Giotto1304-06. Cappella Scrovegni

Altri artisti, hanno confuso, o semplicemente, fuso la festa della Presentazione al tempio con quella della Circoncisione; ma quest’ultima veniva celebrata il primo di gennaio, ovvero otto giorni dopo la nascita. Gesù infatti, come tutti i bambini ebrei (maschi), fu circonciso all’ottavo giorno dalla nascita (Luca 2:21; Levitico 12:3).

Più tardi, altri angeli spianarono la strada per la nuova famiglia quando, temendo per l’incolumità del nuovo nato, scapparono dalla Giudea verso l’Egitto (Matteo 2:13-15). A questo punto, Gesù, la Madonna e San Giuseppe diventarono immigranti, o meglio, rifugiati in cerca in asilo in terra straniera. Giotto dipinse uno degli angeli che indicò loro la strada.

Fuga in Egitto (dettaglio), Giotto 1304-06. Cappella Scrovegni

Fuga in Egitto (dettaglio), Giotto 1304-06. Cappella Scrovegni

Qui finiscono le visioni angeliche nella Cappella Scrovegni che accompagnano le peripezie della nascita ed infanzia di Gesù; peripezie che sono, da un lato quasi inimmaginabili, e dall’altro rispecchiano proprio difficoltà analoghe a quelle che, ancor oggi,molte persone si trovano a vivere.

Ci sono molti altri angeli nella continuazione della storia; ma, almeno per un po’, rellegriamoci con loro in anticipazione delle festività.

 

 

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